Il perché
di un nome...
Lo Zecchino d’Oro è nato nel 1959, immaginato da Cino Tortorella che in quegli anni era impegnato a Milano nella realizzazione di un varietà televisivo per ragazzi: scriveva i testi, sceglieva gli attori, inventava i giochi, ideava la scenografia… Faceva tutto tranne il presentatore!
Tutto nel suo programma ruotava attorno ad un personaggio che si trasformava in mago proprio in mezzo ai bambini: Zurlì, mago lì per lì e Zurlì, mago del giovedì dato che lo speciale andava in onda ogni giovedì. L’attore Giancarlo Dettori aveva il compito di interpretare questo personaggio ma lasciò il ruolo vacante per un repentino trasferimento da Milano a Roma: toccò a Cino che conosceva benissimo la parte prendere il suo posto…
Le capacità di Cino e la sua intuizione di dedicare spazio televisivo ai bambini colpì gli organizzatori del “Salone del Bambino” di Milano che commissionarono a Tortorella, proprio nel settembre del 1959, uno spettacolo all’interno della manifestazione.
Il Salone, quell’anno, si ispirava alla fiaba di Pinocchio e così Cino immaginò una specie di fiaba-varietà ispirata al racconto collodiano che facesse la filigrana ad una rassegna-concorso di canzoni nuove per bambini, cantate da bambini, giudicate da bambini e presentate in Rai. Lo spettacolo venne diviso in tre parti: Pomeriggio di Mangiafuoco; Il Gatto e la Volpe; Il campo dei miracoli.
La canzone vincitrice riceveva in premio uno Zecchino d’Oro, staccato dall’albero spuntato miracolosamente nel campo dei miracoli, con cento fiammanti monete gialle al posto delle foglie.
I 10 brani di questa prima edizione si legavano alla fiaba di Pinocchio, solo sette sono state conservate integralmente e, tra queste, il noto brano “Lettera a Pinocchio”. Con il trasferimento a Bologna, la trasmissione ha assunto una fisionomia più ampia e ha abbandonato il legame pressoché univoco con la fiaba, tuttavia due edizioni erano state sufficienti a delineare un successo tale per cui il nome è rimasto quello di Zecchino d’Oro e ancora oggi questo è il premio donato agli autori della canzone vincitrice di ogni edizione.
Lettera a Pinocchio
Ho tanto desiderio questa sera
di scrivere una lettera a qualcuno
e fra gli amici della primavera
al mio più caro amico scriverò….
Carissimo Pinocchio,
amico dei giorni più lieti,
di tutti i miei segreti
che confidavo a te.
Carissimo Pinocchio,
ricordi quand’ero bambino?
Nel bianco mio lettino,
ti sfogliai, ti parlai, ti sognai.
Dove sei? Ti vorrei veder,
del tuo mondo vorrei saper:
forse Babbo Geppetto è con te…
Dov’è il Gatto che t’ingannò,
il buon Grillo che ti parlò,
e la Fata Turchina dov’è?
Carissimo Pinocchio,
amico dei sogni più lieti,
con tutti i miei segreti
resti ancor nel mio cuor come allor.
Resti ancor nel mio cuor come allor.
Dove sei? Ti vorrei veder,
del tuo mondo vorrei saper:
forse Babbo Geppetto è con te…
dov’è il Gatto che t’ingannò,
il buon Grillo che ti parlò,
e la Fata Turchina dov’è?
Carissimo Pinocchio,
amico dei giorni più lieti,
con tutti i miei segreti,
resti ancor nel mio cuor come allor.
di Panzeri, ed. Sugarmusic