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Pubblicato il: 07 Febbraio 2022

Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo

Tante canzoni dello #ZecchinodOro ci fanno divertire, molte altre ci fanno anche riflettere, raccontano storie in cui possiamo ritrovarci e imparare cose nuove.

Il bullo citrullo!

È il caso de “Il bullo citrullo”, dal 50° Zecchino d’Oro del 2007, che con le sue parole porta all’attenzione un tema importante, quello del bullismo. In ogni classe c’è un bullo che fa paura a tutti i bambini, li intimidisce e fa fare loro ciò che vuole, con arroganza e prepotenza. Ma se stiamo tutti insieme possiamo sconfiggerlo e possiamo affrontare meglio ogni giorno.

Ce lo spiega meglio Alberto Pellai,  medico, psicoterapeuta, ricercatore, scrittore e autore del brano insieme a Roberto De Luca e a Giovanni Paolo Fontana, che ha scritto per noi queste parole: «Dobbiamo imparare a fare squadra. A scoprire la bellezza nascosta nella frase “tutti per uno, uno per tutti”. Il bullo questa bellezza non la conosce. Lui è “uno contro tutti”. Non sa fare squadra. Ma il bullo è uno e gli altri sono tanti. E se gli altri sanno fare squadra, il potere del bullo svanisce. Proprio come una “bolla di sapone”. La canzone “Il bullo citrullo” parla di un gruppo di bambini che alleandosi tra loro fanno venire ad un compagno bullo la voglia di giocare con loro e di smettere di fare il bullo. La forza del gruppo è il più grande fattore di protezione contro il bullismo. Perché il gruppo può far capire al bullo che “Vivrebbe anche lui in un mondo più bello, Se usasse col cuore anche il cervello!”. È proprio così! E allora cosa aspetti: unisciti al coro e canta con noi.»

Non solo il bullo citrullo!

Ma c’è anche un altra canzone che tratta il tema del bullismo, ce la racconta Annarosa Colonna, Neuropsichiatra Infantile del Centro Terapeutico di Antoniano.

«Il bullo citrullo ha un altro amico che come lui è prepotente e dispettoso. È “Quel bulletto del carciofo” che prende in giro tutte le verdure dell’orto che decidono di “restare unite” e non ascoltare le sue derisioni. E fanno una cosa ancora più straordinaria…si chiedono: perché il carciofo si comporta così? Cosa nasconde il suo atteggiamento antipatico? E sempre insieme, perché a volte servono molti occhi per vedere le cose più profonde e preziose, comprendono che quello che cerca il bullo “mettendosi in mostra” “forse è l’amore, ma non lo dimostra” . Così, con questa consapevolezza le verdure dell’orto, all’unanimità, dicono al bulletto: “caro carciofo se vuoi puoi restare” e il carciofo risponde: “Certo, rimango, accetto con gioia. E vi prometto di non darvi più noia”. Questo è davvero un grandissimo insegnamento perché, spesso, dietro ad un atteggiamento da bullo c’è un grandissimo bisogno di sentirsi amati, voluti, accolti, da tutti. E come dice Papà Francesco “il perdono è un diritto di tutti”, un diritto in grado di rimarginare ferite profonde.»

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Zecchino D'Oro