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Pubblicato il: 30 Luglio 2024

I giochi di Kim: consigli per l'estate del dott. Ghezzo

 

I giochi di Kim

Giocare con i propri figli…già, ma a cosa? Dopo un po’ le idee finiscono.  

Vi consiglio un po’ di giochi super economici per passare l’estate.

Cominciamo oggi con una serie di giochi a costo zero e a km zero:

i giochi di Kim

Probabilmente la maggior parte dei lettori già li conosce: desidero comunque parlarne perché possono essere uno spunto per varianti creative utili per tutta la famiglia (figli, genitori e nonni).

In quanti si gioca?

Da due a più giocatori

Quale materiale serve?

  • Oggetti di piccole dimensioni, di qualunque tipo, che si possono reperire facilmente a casa (matite, gomme, temperamatite e qualsiasi materiale di cancelleria, elastici, mollette, cucchiaini. Insomma, tutto quello che potete trovare a casa sparso nei cassetti, specie nel cassetto della cucina);
  • un pezzo di stoffa di circa 40-60 cm di lato (uno strofinaccio, un foulard, ma anche un asciugamano va benissimo. La cosa importante è che non si veda ciò che andrà a coprire);
  • pezzi di stoffa per fare delle bende per coprire gli occhi;
  • un sacchetto di stoffa dove poter mettere dentro gli oggetti;
  • una scatola di cartone di medie dimensioni;
  • una superficie su cui giocare;
  • un orologio per calcolare il tempo;
  • carta e matite.

Come si gioca?

Si dispongono gli oggetti in ordine sparso sul tavolo (si può cominciare con pochi oggetti, ad es. 4-5 per i bambini più piccoli) e si dà ai giocatori del tempo per memorizzare gli oggetti (ad esempio 20-30 secondi o un minuto, come si vuole).

Si coprono gli oggetti con il pezzo di stoffa e i giocatori devono dire (o scrivere) gli oggetti che sono riusciti a memorizzare. Il gioco può essere competitivo tra i vari giocatori, ma anche collaborativo, di squadra

Alla fine, si vede quanti oggetti sono stati memorizzati.

Si può benissimo giocare solo in due: uno guida il gioco, l’atro memorizza.

Variante dei giochi di Kim:

dopo aver esposto gli oggetti, potete far chiudere gli occhi ai giocatori (o bendarli, giusto per fare scena) e togliete un oggetto o più oggetti. I giocatori, una volta sbendati, devono indovinare quale o quali oggetti sono stati sottratti.

Variante con il sacchetto:

mettete tutti gli oggetti nel sacchetto (o nella scatola di cartone capovolta, con dei buchi di lato per far entrare solo le mani) e chiedete ai giocatori, a turno, di cercare un oggetto specifico (ad esempio un cucchiaino), utilizzando solo il tatto.

*****

Come si intuisce molto bene, le varianti al gioco possono essere tantissime e non c’è limite alle difficoltà, perché il numero degli oggetti da memorizzare può essere aumentato di volta in volta e il tempo a diposizione per memorizzare può essere diminuito man mano che i giocatori diventano più abili. 

Si possono utilizzare anche altri sensi

Ad esempio, l’olfatto: in questo caso, si scelgono dei prodotti alimentari dalla cucina e si fanno annusare ai giocatori bendati, i quali devono quindi indovinare di quale cibo si tratta e memorizzarlo).

Anche l’udito può entrare in gioco: si producono dei suoni e i giocatori bendati devono riconoscere di che tipo di suono si tratta (es una porta che si chiude, il click dell’interruttore della luce, un cucchiaino che cade per terra, un colpetto di tosse…) e memorizzarlo.

I giochi di Kim possono essere utili per migliorare la memoria?

Devo dire che non ho trovato ricerche specifiche su questo argomento. Di sicuro sono attività che, potenzialmente, stimolano l’attenzione sostenuta e la memoria visuo-spaziale e uditiva.

Il fatto, poi, che possono essere coinvolti tutti i sensi (la vista, l’udito, ma anche l’olfatto e il gusto) fa dei giochi di Kim un’insieme di attività molto versatile nello stimolare varie aree del cervello, favorendo il passaggio e l’integrazione delle informazioni tra gruppi di neuroni con funzione diversa.

I giochi di Kim in sintesi

Sono attività economiche, a basso costo, facili da eseguire, utili per tutte le età, probabilmente utili per l’attenzione e la memoria, sicuramente utili per passare allegramente qualche ora in compagnia.

Per sapere perché si chiamano giochi di Kim, potete leggere “Kim” di Kipling, uno dei libri più belli della mia infanzia!

Per i bambini e le bambine che seguiamo al Centro Terapeutico

e più in genarle per bambini e bambine che possono presentare difficoltà cognitive e/o relazionali, il consiglio è quello di dedicare questo tempo “dilatato” delle vacanze estive a tutte le attività che si fatica ad affrontare durante i caotici mesi del periodo scolastico.

Mi riferisco, in particolare, alle autonomie della vita quotidiana, da quelle relative al vestirsi (pensiamo, ad esempio, alle difficoltà che spesso incontrano i nostri bambini e le nostre bambine nel fare il laccio delle scarpe), all’igiene personale, al gestire la propria cameretta, fino alle attività di casa come spolverare, passare con il mocio, oppure apparecchiare la tavola.

Oltre alle attività cognitive di cui ho parlato nelle righe precedenti, c’è tutto questo mondo legato alla quotidianità che va affrontato e sfruttato.

L’attività di cucina è poi una palestra “cognitivo-esperienziale” fenomenale

 Pensiamo, ad esempio, a quante funzioni neuropsicologiche vengono attivate nel preparare una semplice torta, quanta attività cognitiva sostengono e supportano azioni apparentemente semplici come la ricerca degli ingredienti, la preparazione della lista della spesa, la spesa stessa e poi tutti i passaggi in cucina (con l’utilizzo degli attrezzi ad hoc, il rispetto dei tempi di cottura, l’assaggio del cibo preparato e il condividerlo con gli altri!)

Non c’è funzione esecutiva che non venga allenata nell’attività di cucina

Pianificazione, autocontrollo, inibizione, memoria di lavoro, attenzione sostenuta e attesa. Tutte funzioni che sono “ingredienti” fondamentali di qualsiasi preparazione culinaria.

Il miglioramento delle abilità manuali, la stimolazione cerebrale attraverso input plurisensoriali (vista, udito, tatto, gusto, olfatto), l’autostima e le emozioni positive, alla fine, sono la “ciliegina sulla torta”, tanto per rimanere in tema.

Altro vantaggio indiretto

Con le mani imbrattate di farina si evita di toccare lo smartphone, e non è poca cosa.

Quindi, sfruttiamo le vacanze estive per giocare e per cucinare. Il nostro cervello ringrazierà.

 

Alessandro Ghezzo 
Medico specialista in Neuropsichiatria infantile presso il Centro Terapeutico dell’Antoniano di Bologna. È attualmente titolare di Dottorato di Ricerca in Scienze farmacologiche e tossicologiche, dello sviluppo e del movimento umano, presso il Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES), dell’Università di Bologna.  

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